Due studenti della Luiss hanno messo a punto nella capitale un servizio di consegna di birre abbinate anche al cibo e un ecommerce con tante bevande bionde artigianali. Finita l’emergenza il servizio sarò attivo anche in altre città italiane

di Gianni Rusconi

Una sperimentazione di tre mesi in 6 quartieri di Roma Nord, dallo scorso dicembre a fine febbraio, per capire se il modello di home delivery di birre artigianali, con tanto di cibi selezionati in accompagnamento, messo a punto da Homebeer.it poteva avere successo. Visto l’ottimo riscontro ottenuto, Tommaso Aguiari ed Andrea Longhi, entrambi giovanissimi (19 e 20 anni) e studenti all’Università Luiss, hanno deciso di lanciare ufficialmente il servizio estendendolo su tutto il territorio capitolino e puntando con decisione anche sull’altra anima di questa startup innovativa nata a marzo 2018, e cioè l’e-commerce.

Ad aprile l’approdo a Milano
L’avventura è di fatto una primizia su scala nazionale e i due fondatori dimostrano di avere le idee chiare, confermando al Sole24ore come sia prevista a metà aprile, salvo ulteriore prolungamento delle restrizioni imposte per contrastare la diffusione del Covid-19, l’avvio dell’attività su Milano, dove sono attualmente presenti otto esercizi commerciali già affiliati (di cui quattro locali della catena Ham Holy Burger), e come all’inizio del 2021 l’obiettivo sia quello di raggiungere Torino, Firenze, Bologna e Bari. C’è quindi un legame anche alla strettissima attualità a segnare il debutto ufficiale di Homebeer.it nel panorama italiano del food delivery – “Vogliamo permettere a birrerie e pub di continuare la propria attività, arrivando direttamente nelle case dei propri clienti, e per questo abbiamo dimezzato in questi giorni le commissioni e le spese di spedizione per dare il nostro contributo alla sopravvivenza del settore”, spiegano – e c’è, soprattutto, la volontà di giocare da player alternativo rispetto alla concorrenza, puntando in modo deciso su piccoli birrifici poco conosciuti e a conduzione familiare.

Sull’ecommerce tante birre artigianali e “sociali”
La piattaforma, al momento, è attiva su Roma con 16 birrerie ed esercizi commerciali del territorio (fra questi anche progetti a vocazione sociale come Birra Vale la Pena, nato nel 2014 all’interno del carcere romano di Rebibbia) e ha stretto accordi con una ventina di operatori artigianali di tutta Italia per promuovere e vendere i loro prodotti online sul portale homebeer.it. In questo elenco figurano realtà come Rubiu di Sant’Antioco in Sardegna, le siciliane Paul Bricius di Ragusa e Namastè di Catania, il birrificio Belgrano di Milano e KBirr di Napoli e poi ancora I.C.B. Italian Craft di Ravenna e le laziali Oxiana, Losa e Schininà Brewing. Home Beer è stata inoltre selezionata all’interno del progetto lanciato da Amazon e Ice per la promozione delle birre artigianali italiane in alcuni Paesi europei mentre all’interno della società, per creare i migliori abbinamenti fra cibo e birra, opera in qualità di consulente Alfonso Del Forno, noto degustatore di UnionBirrai e formatore per Slow Food.

Consegne (eco-sostenibili) in 30 minuti
Uno dei plus del servizio, a detta dei due fondatori, è la facilità d’uso dello stesso. Dopo essersi geolocalizzato, l’utente sceglie la birreria affiliata più vicina e ne valuta le proposte con la possibilità di abbinare (grazie a specifici algoritmi) le pietanze più indicate per uno spuntino o una cena completa. Una volta completato l’ordine e il pagamento, direttamente sulla piattaforma con carta di credito, la consegna è garantita entro mezz’ora grazie al lavoro di rider regolarmente assunti (la startup ha attivato in tal senso accordi con iCarry ed eCooltra) e muniti di motorini elettrici per gli spostamenti. Coronavirus permettendo, il piano di Home Beer è come detto quello di arrivare subito a Milano e in tempi brevi in importanti città italiane sfruttando i capitali che verranno raccolti con la nuova campagna di finanziamento affidata a Seed Money. Fino a oggi, invece, la startup ha completato due campagne di reward crowdfunding sulla piattaforma Ulule (per complessivi 21.300 euro) e una di equity crowdfunding su Backtowork24, conclusasi a dicembre 2019 superando i 94mila euro.

TRATTO DA ILSOLE24ORE