Molte persone non hanno idea di come si fa la birra artigianale e quale siano le differenze rispetto a quella industriale: ecco spiegato quindi il procedimento per fare una delle bevande più diffuse e apprezzate al mondo.
Birra artigianale e industriale, apprezzate entrambe, ma allo stesso modo sconosciute. Se chiedessimo alla maggior parte delle persone: ‘ti piace la birra?’ molti risponderebbero affermativamente senza troppe esitazioni. Ma se chiedessimo ‘sai come si fa la birra?’, probabilmente otterremmo qualche vaga parola come ‘malto’, ‘luppolo‘, ‘orzo‘ e poco di più.
In realtà il processo vero e proprio di produzione della birra industriale, quella che si beve tutti i giorni, per molte persone e per molti stessi bevitori di birra rimane un mistero, che ora andremo a svelare.
La birra artigianale è una bevanda fermentata
La birra è una bevanda fermentata, ossia (è brutto detto così) mangiata e defecata da alcuni microrganismi. La natura è meravigliosa, vero?
L’alcool in essa contenuto in realtà non è presente nelle sue materie prime: questo dipende proprio dal fatto che viene creato durante la fase di produzione, la fermentazione, appunto. È proprio per questo che si parla della birra come bevanda fermentata.
La birra artigianale e il processo di produzione
Il processo di produzione della birra parte dalla materia prima che è l’orzo, un cereale visivamente molto simile al grano, della specie hordeum vulgare. Se lo vedete durante una scampagnata, vi renderete conto che un campo di spighe è coltivato ad orzo e non a grano perché le spighe di grano hanno un portamento verticale, l‘orzo ha la spiga inclinata verso il basso, come se guardasse giù. Lo sapevate?
Comunque, la birra non si fa proprio con l’orzo, ma con l’orzo arricchito di alcune sostanze naturali della pianta, arrivato ad una fase in cui viene chiamato chiamato malto. I chicchi d’orzo, in pratica, vengono lasciati in un ambiente umido al punto giusto per poter germogliare, facendo spuntare la prima fogliolina della nuova pianta. A questo punto si cuoce tutto (si, anche l’uomo è meraviglioso). Dal tempo di cottura dipenderanno poi aroma e sapore della birra.
Ora abbiamo, di fatto, dei chicchi secchi, che proprio come il grano, possono essere macinati per farne una farina. Questa farina è detta mosto e viene mescolata all’acqua per rendere possibile l’attacco da parte dei lieviti.
Il mosto viene quindi bollito, per eliminare eventuali microrganismi indesiderati che potrebbero proliferare e nella bollitura si aggiunge un ingrediente fondamentale, il luppolo, il frutto di una pianta erbacea dal caratteristico sapore amaro che si sente molto bene nella birra.
La birra artigianale e la fermentazione
Arriva il processo di fermentazione, durante il quale vengono inseriti nell’impasto dei lieviti; sono praticamente dei funghi che, come gli altri organismi viventi, mangiano ed espellono. Il loro nutrimento in particolare è lo zucchero, mentre le loro deiezioni sono l’alcool e l’anidride carbonica, che sono i prodotti di fermentazione della birra.
La birra viene fermentata soprattutto sfruttando due lieviti diversi, il saccaromyces cerevisiae e il saccaromyces carlsbergensis, a seconda del gusto finale che dovrà avere la birra, che è molto importante per il risultato.
Terminata la fermentazione, la birra viene lasciata riposare per stabilizzare la situazione ed evitare che la fermentazione continui in modo non controllato. Passate 4-6 settimane, si assume che le reazioni chimiche che si verificano nella birra siano concluse e che la birra sia pronta.
La birra artigianale e il confezionamento
È solo a questo punto che la birra viene confezionata e venduta, ma non bisogna mai dimenticare, da consumatori, che la birra non è un liquido statico. Alcuni lieviti rimangono e le sostanze chimiche reagiscono anche alla luce. Vi siete mai chiesti perché la birra viene conservata in bottiglie scure e non trasparenti? Ecco, proprio per questo motivo.
La birra continua lentamente a cambiare; così dobbiamo fare attenzione ad acquistare quella con la data di scadenza più lontana possibile nel tempo, mentre una volta che la abbiamo acquistata dobbiamo fare attenzione a consumarla nel giro di massimo 3 giorni.
La birra conservata per più di 18 mesi ha perso le sue proprietà ed è da buttare.
Immaginavate che dietro alla produzione di una bevanda semplice e comune come la birra avrebbe potuto esserci una lavorazione così importante?
Bene, adesso lo sapete, e siamo sicuri che la prossima volta che avrete davanti una bottiglia o una lattina di birra non la gusterete come fate solitamente, ma farete più attenzione al prodotto che avete in mano!
Classe 1988. Laureato in Veterinaria e abilitato alla professione, si è sempre interessato alla branca della veterinaria che si occupa di Sicurezza Alimentare e Ispezione degli Alimenti, discipline per le quali a fine 2016 diventa specialista. Nella vita si occupa di consulenza sanitaria e normativa ad aziende che producono alimenti. Da sempre appassionato di scrittura, diventa articolista parlando di tematiche tecnologiche nel 2011 per unire la sua passione alla sua professione dopo la laurea. Scrive su Tuttogreen da giugno 2015, occupandosi di tematiche inerenti la sicurezza e la qualità alimentare.